All’adozione a distanza la famiglia Bernardi ha pensato fin dai primi momenti. Dopo aver preso la decisione di donare degli organi – “per sentirlo ancora vivo aiutando altre persone a vivere” – c’era la volontà di fare qualcos’altro.
E così, mentre una parte dei soldi raccolti con il funerale è stata donata all’ANT, un’altra è stata destinata a questa iniziativa concretizzatasi con l’aiuto di Lidia Basso, un’amica di famiglia che ha indirizzato i Bernardi verso la Fondazione Mariele Ventre che a sua volta ha girato la loro richiesta alle Suore Missionarie della Dottrina Cristiana che operano in Bolivia tra Santa Cruz e il villaggio di Hardeman.
Adottare un bambino a distanza si traduce solitamente nell’invio periodico di una determinata cifra al fine di aiutare il sostentamento e l’istruzione del bimbo lontano. Ma per i Bernardi ha tutt’altro significato. E’ stato come “dedicare qualcosa di importante a qualcun altro”.
I soldi a disposizione erano tanti e così, non solo sono stati adottati due fratellini che oggi si chiamano Yuri e Alice, ma è stata costruita loro una casa di mattoni per sostituire la capanna dove vivevano.
Oggi, ad Hardeman, quella casa si chiama CASA YURI ed è la prima di molte altre casette. All’inaugurazione della casa hanno partecipato anche i genitori di Yuri che hanno passato un mese intero in Sud America per vedere con i loro occhi quanto di buono viene fatto ogni giorno con i fondi raccolti in memoria di Yuri.
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